Intervista immaginaria a R.Russo

Le conseguenze di Richard Russo

Alla scoperta di un autore che crede nel destino e che racconta storie contornate di menzogne

L'emergenza da Covid-19 non ha permesso agli studenti della giuria del Premio Lattes Grinzane XI edizione di seguire dal vivo la premiazione di sabato 2 ottobre 2021, così come le interviste agli autori dei cinque libri finalisti. Allo stesso modo, a causa dello stesso problema, due di questi autori non hanno avuto la possibilità di partecipare in presenza. Abbiamo quindi cercato di creare un'intervista immaginaria a Richard Russo, scrittore del libro Le conseguenze, cercando di renderla il più vicina possibile alla realtà. 

INTERLOCUTORE: Quando è nato il suo romanzo? 

Richard Russo: A suo tempo nel 1969 ero uno studente della University of Arizona. Tutto partì una sera, la sera prima del reclutamento per la spedizione della guerra in Vietnam. Ciò che vissi quel giorno è raccontato quasi interamente nel libro: io e i miei amici ci sedemmo di fronte ad una tv ad ascoltare il verdetto; quel momento fu l'istante in cui ognuno di noi capì di avere un destino diverso da quello degli altri. Il destino è proprio uno dei temi sul quale concentro gran parte delle mie riflessioni: questo libro è infatti uno dei tanti sulle mie osservazioni sul destino, un destino inteso in molteplici modi, come fato, come libero arbitrio e come fortuna. Come ripeto sempre alle mie figlie, le persone di successo che hanno una personale fama amano accentuare il libero arbitrio, ciò perché ritengono di aver fatto scelte intelligenti che le hanno portate al successo; io ritengo che siano tutte idiozie e che invece sia stata semplicemente presente una buona sorte nel momento adatto, associato a fortuna, destino, duro lavoro e buone decisioni. Nel romanzo il personaggio di Teddy esprime questo lato del mio pensiero.

INTERLOCUTORE: Le conseguenze è stato definito da lei uno studio sulla bugia. Perché? 

Richard Russo: Le conseguenze è un romanzo che tratta vari temi, tra i quali l'amicizia, il destino e l'illusione propria della giovane età. Posso dire che in molti aspetti della narrazione traspare la presenza di queste menzogne. Ciò porta a vedere diversi aspetti della "bugia" in sé e se ne possono distinguere diverse tipologie: il racconto tratta ad esempio di bugie a livello politico sia all'inizio, quando si parla del presidente durante la guerra del Vietnam degli anni 70, sia alla fine quando si introducono le elezioni di Donald Trump. La presenza più evidente è quella delle bugie tra amici: in questo romanzo vengono raccontate quattro storie,  di amici che si sono conosciuti durante gli anni universitari e che sono rimasti comunque amici anche a distanza di quarant'anni, pur senza essersi più frequentati. Nonostante l'amicizia che li ha legati e li continua a legare, tra loro nascono segreti per i quali verranno portati a dire alcune bugie. Di bugie se ne trovano tante: quelle già nominate, bugie politiche e bugie tra amici, ma anche bugie di cose non dette, bugie di famiglia, evidenti in particolare nel personaggio di Jacy, oltre a bugie che consistono nel dire le cose a metà o nel far finta di non vedere o di non sapere; insomma, la bugia nelle sue varie sfaccettature, la peggiore delle quali è quella che raccontiamo a noi stessi.

Francesca Abbruzzese Saccardi (5BSCA) e Brian Nadin (4CSCA)