La biblioteca di Pier Paolo Pasolini, il riflesso della sua persona
Un’opera per conoscere la biblioteca del poeta, scrittore, cineasta, pittore Pier Paolo Pasolini, un modo per conoscerne l’essenza e delinearne la figura. Questo è “La biblioteca di Pier Paolo Pasolini”, libro scritto da Franco Zabagli e Graziella Chiarcossi presentato in occasione di Pordenonelegge. Diversamente da quanto si potrebbe pensare, l’opera non è un semplice catalogo che si limita a elencare i testi che hanno contribuito alla sua formazione, bensì un racconto di come questi siano stati “vissuti” dal poeta, che non era un bibliofilo, un collezionista, ma un lettore che li viveva, li riempiva di appunti, sottolineature e, in mancanza di una matita, persino incisioni con le unghie.
Una biblioteca che ha viaggiato, spostandosi prima da Casarsa a Versuta, per poi raggiungere Roma e infine Chia, come ricordano i cugini di Pasolini Nico Naldini e Graziella Chiarcossi, che hanno aiutato Gloria Manghetti, direttrice del Gabinetto Vieusseux di Firenze, a raccogliere e ricreare il suo laboratorio. La biblioteca, che consta poco meno di 3000 volumi, è divisa in: libri della formazione, che hanno accompagnato il poeta fino al 1949 e tra i quali troviamo Dostoevskij e Freud; Poesie Dialettali e Popolari, come quelle firmate Costantino Nigra, poeta piemontese; Poesie Italiane e Poesie Straniere, che comprendono anche i testi di Antonio Machado.
La biblioteca testimonia la completezza della formazione di Pasolini, che “era imbevuto di cultura, ma rendeva la cultura viva in tutto ciò che faceva.”
Lorenzo Riccobono e Alessandro Pagotto