Sopravvivranno le scienze umane?
Illuminante è stato l’incontro tenutosi il 19 Settembre 2018, alle ore 17:00, all’ex convento di San Francesco, che ha visto come protagonisti l’umanista Lorenzo Tomasin e l’ingegnere Juan Carlos De Martin.
L’evento, mirato alla discussione di temi affrontati nel libro “L’impronta Digitale” del professor Tomasin, evidenzia il confronto sempre più inevitabile tra due ambiti della stessa cultura: classica e digitale.
Si può davvero arrivare a definire l’informatica il “latino” del XXI secolo? Mentre Tomasin si dimostra profondamente in disaccordo, l’ingegnere ritiene che la materia in questione dia accesso al potere come un tempo lo dava il latino.
Nonostante ciò, anche i “tecnologici” temono l’impoverimento culturale che deriverebbe dalla soppressione delle facoltà umanistiche. Esempio clamoroso è la chiusura dei dipartimenti di scienze umane in Giappone e ad Harvard, solo uno degli effetti a cui sta portando la così detta “Rivoluzione Digitale”.
Un cambiamento profondo e capillare che, come afferma il professor Tomasin, è paragonabile all’invenzione della plastica, poiché nonostante produca effetti positivi nell’immediato, la difficoltà di liberarsene porta ad un’epoca piena di errori.
Vogliamo davvero che il progresso tecnologico porti al regresso culturale?
Francesca D’Amelio e Federica Costalonga