Sogno americano

Viviamo in un’ Europa in crisi, spaccata. Cos’è stato a metterla in difficoltà?

“L’Unione (Europea) non è né il Bene né il Male” precisa così il geopolitico Dario Fabbri intavolando l’argomento dell’incontro “Porte. A che punto è l’Europa?”, introdotto da Stefano Bortolus e presentato da Cristiano Riva, tenutosi il 20 Settembre 2018, alle ore 9:30, presso Spazio Itasincontra.

Tema complesso, con il quale Fabbri ci porta in un viaggio attraverso gli anni più critici dell’Europa, fino ad arrivare alle cause dello stallo odierno.

Dal 2004 al 2014, tre sono stati i momenti di maggior criticità, coincisi con l’ingresso nell’unione europea dei paesi dell’est usciti dall’area di influenza russa, con il crollo delle borse americane e conseguenti ripercussioni sull’economia europea e con l’immigrazione attraverso le rotte balcaniche e del nord Africa di popolazioni in fuga dalla carestia e dalla guerra.

Interessante la visione del redattore stante la quale dietro a questi eventi catastrofici per l’Europa ci siano gli stati uniti, arrivando addirittura a definire l’unione europea come una loro invenzione, in primo momento per destabilizzare Germania e Russia limitandone le aree di influenza, in un secondo tempo per indebolire l’Unione Europea divenuta uno scomodo partner commerciale e in tempi più recenti tale posizione si è accentuata con l’introduzione di dazi mirati all’indebolimento dell’economia tedesca.

In sostanza il filo conduttore appare essere il ruolo egemone degli Stati Uniti nella storia dell’unione, che alternativamente aggregano e minano l’unione di nazioni e stati per favorire il proprio dominio sul mondo. Basti pensare al modo differente di gestire il fenomeno migratorio, mentre negli stati uniti implica l’assimilazione del ceppo senza distinzione in un unico modello culturale, in Italia si attua l’integrazione spesso con un risvolto razzista.

Marco Bortolussi, Federica Costalonga, Francesca D’Amelio