Come il sogno di diventare scrittore puo’ far superare ogni difficolta’

Il Premio Bottari Lattes Grinzane, che ha coinvolto attivamente il nostro liceo, non comprende soltanto la categoria “Il Germoglio”, di cui noi sedici studenti insieme ai rappresentanti di altre scuole abbiamo costituito la giuria scolastica, ma anche la sezione “La Quercia”, che premia l’intera carriera letteraria di personalità internazionali. Quest’anno il vincitore è stato l’autore portoghese António Lobo Antunes, che abbiamo avuto la possibilità di incontrare alle ore 18.00 di venerdì 19 ottobre 2018 al Teatro Sociale di Alba.

Il vincitore avrebbe dovuto tenere una lectio magistralis, tuttavia ha preferito raccontarci alcuni episodi della sua vita che hanno avuto molto peso nella sua crescita come uomo e come autore, dandoci importanti consigli e dimostrandosi una persona molto semplice e disponibile.

Nato da una famiglia altolocata, fin da piccolo eredita l’amore per la lettura dal ramo materno. Nonostante questa sua passione e il desiderio di intraprendere la carriera di scrittore, il padre decide di iscriverlo alla facoltà di Medicina, senza riuscire a cancellare però quel sogno che il figlio porta avanti nella crescita.

Dopo aver concluso e strappato la prima opera poiché insoddisfatto del risultato, Antunes prova a pubblicarne una seconda, ricevendo solo riscontri negativi. Proprio nel momento in cui sta per arrendersi all’impossibilità di realizzare il suo desiderio, un agente americano lo contatta, permettendogli di pubblicare il suo romanzo e riuscendo a fargli conquistare le prime pagine di molti quotidiani famosi.

Nato mancino e diventato ambidestro nel corso degli studi, quando gli viene chiesto con quale mano scriva risponde, sorridendo, che usa la destra, perché ogni mano scrive a modo proprio. Questo stesso concetto è ripreso poco più tardi, nel momento in cui asserisce “[…] Alcune persone scrivono, altre persone fanno altro, lo scrivere è così. Un buono scrittore fa altro: non solo scrive, fa qualcosa in più.…”

Il lavoro di uno scrittore, per quanto lo riguarda, non inizia con l’atto dello scrivere e con esso nemmeno si conclude: è un lavoro che continua fino al momento in cui è il libro a non accettare più correzioni.

L’incontro si è concluso con uno scroscio di applausi fragoroso e duraturo, iniziato nel momento in cui l’autore ha affermato che se altri ce l’hanno fatta, se lui ce l’ha fatta, perché altri aspiranti scrittori non dovrebbero riuscirci?

 

Marika Di Pietro - 3BSCA